Cyberbullismo. Trappole virtuali contro la sicurezza - Cyberpedia
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Come definire il cyberbullismo

Il cyberbullismo o bullismo elettronico consiste nel far circolare on line, su siti web o social network, immagini, informazioni private, dati personali oppure inviare sms, mms o attraverso posta elettronica, messaggi offensivi o lesivi per una persona o per un gruppo di persone.

Il fenomeno del cyberbullismo agisce sottilmente e mira a destrutturare lentamente la sicurezza della vittima.

Tra le sue principali conseguenze, nella maggior parte dei casi vi possono essere: l’isolamento dal gruppo dei pari, il senso di solitudine, l’abbassamento dell’autostima e l’ansia sociale.

Date le gravi conseguenze per la vittima il cyberbullismo in Italia è stato riconosciuto come reato dalla legge 71/17 entrata in vigore il 18 giugno 2017. Secondo la stessa il cyberbullismo è “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità in danno di minorenni, realizzato per via telematica”.

Il cyberbullismo si basa su una asimmetria di potere che viene esercitata dal cyberbullo nei confronti delle vittime, attraverso abilità e competenze proprie delle nuove tecnologie. Ciò che caratterizza il cyberbullismo è l’anonimato. Questa caratteristica incrementa il senso di debolezza e di solitudine della vittima.

Quali caratteristiche?

Chi esercita violenza online ha una percezione minore di responsabilità circa la sofferenza che provoca nella sua vittima e non sempre si rende conto della gravità e delle conseguenze delle sue azioni.

Gli episodi di cyberbullismo possono essere così descritto:

  • Atto volontario: il comportamento è deliberato e non accidentale;
  • Atto ripetuto: il comportamento si ripete nel tempo e non si riduce ad un unico avvenimento;
  • Percezione del danno da parte della vittima: la vittima deve percepire che il danno è stato inflitto;
  • Uso di dispositivi elettronici: il cyberbullismo viene agito tramite l’uso di computer, cellulari, ed altri mezzi elettronici.

Cyberbullismo e bullismo tradizionale

Negli atti di bullismo tradizionale spesso i bulli sono compagni di classe e quindi persone che si conoscono tra di loro, facilmente identificabili dalla vittima. Inoltre il bullismo viene solitamente agito in un contesto specifico ed è quindi circoscritto in uno spazio. Il bullo ha il bisogno di esprimere e agire il suo dominio in una relazione interpersonale. Solitamente non prova empatia né percepisce la sofferenza che provoca nelle sue vittime e tende a deresponsabilizzarsi, asserendo di “scherzare” con la vittima. Il bullismo viene agito tramite violenza fisica e verbale, percosse, minacce e insulti, diretti e indiretti.

Il cyberbullismo può invece non prevedere l’uso di violenza fisica, ma utilizza i mezzi elettronici ed è costituto dall’anonimato o dalla impersonificazione da parte del cyberbullo di persone vicine alla vittime, per agire sulla stessa. Le abilità comunicative e di utilizzo dei mezzi elettronici del cyberbullo rendono difficile risalire alla sua identità. L’invisibilità garantisce maggiore sicurezza all’aggressore virtuale, il quale si percepisce forte e onnipotente.

Nel bullismo e cyberbullismo, il cyberbullo non vede le conseguenze delle proprie azioni, e spesso può essere stato anch’egli vittima di vere e proprie violenze nella vita reale. Ciò invece di renderlo più empatico potrebbe aver comportato una distorsione degli altri e del mondo esterno. Questa distorsione influenza i suoi comportamenti, che hanno come scopo quello di minare l’equilibrio psicologico e l’autostima delle vittime di bullismo, a volte con una motivazione o meglio giustificazione, altre volte invece per il puro piacere di farlo.

Strategie e osservazioni

L’attenzione verso il cyberbullismo è sempre maggiore. Ovviamente l’anonimato non garantisce che non sia possibile risalire al cyberbullo. Dietro ogni comunicazione elettronica vi è una traccia. Tuttavia il web e la comunicazione mediata da dispositivi elettronici influenza la vittima in tal modo da farle credere di essere sola e di non aver in alcun modo la possibilità di difendersi. In realtà esiste la possibilità, conservando tutte le prove delle minacce subite, di denunciare e farsi aiutare dalla legislazione vigente in materia.

Inoltre è importante, da parte di insegnanti, genitori e adulti di riferimento, non perdere mai di vista i segnali di un disagio o sofferenza espressi dai ragazzi che subiscono violenze e minacce sul web.

Prevenire rappresenta sempre il primo passo e l’unico modo per farlo è seguire qualche accortezza:

  • Dedicare del tempo ad attività condivise con i figli;
  • Attenzionare il più possibile i loro movimenti online per evitare che cadano in trappole virtuali;
  • Rendersi conto se passano troppo tempo davanti al computer o al telefonino e se hanno sbalzi di umore o sintomi di reclusione sociale legati alla paura di andare a scuola o di uscire di casa;
  • Notare se mostrano timore che qualcuno possa minacciarli;
  • Non sottovalutare le modalità di comportamento tipiche dell’adolescenza, il disagio può assumere varie forme;
  • Affidarsi a professionisti qualora vi siano dei sintomi preoccupanti, quali autolesionismo o pensieri che possono mettere a rischio il minore, può essere anche questo un modo per contrastare il cyberbullismo.
Dott.ssa Valeria Saladino
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    Dott.ssa Valeria Saladino
    Dott.ssa Valeria Saladino
    PhD, Psicologa specializzata in scienze criminologiche e forensi. Specializzata in psicologia giuridica e profiling. Esperta in metodologie di ricerca.