Il fenomeno del cyberbullismo è complesso e può manifestarsi tramite molteplici forme. La sua complessità rende difficile individuare quanto un comportamento possa essere indice di persecuzione e quindi produrre un effettivo danno psicologico nei confronti di un’altra persona. Tra le varie sfaccettature del cyberbullismo rientra il flaming da flame, “fiamma”.
Il flaming può essere incluso tra le “metodiche” utilizzate nel cyberbullismo. L’azione del flaming avviene tramite l’invio di messaggi violenti e volgari attraverso sms, e-mail e device elettronici, allo scopo di suscitare dei conflitti verbali all’interno della rete tra due o più persone coinvolte in un dialogo.
Il flaming può avvenire durante conversazioni che avvengono nelle chat o nei videogiochi interattivi su internet che prevedono lo scambio di comunicazioni tra interlocutori.
Il flaming prevede una escalation, passando da messaggi distrattori, incongruenti e che hanno l’intento di provocare la reazione degli utenti, sino a veri a propri atti persecutori online, arrivando a insulti e minacce di elevata gravità.
Il fenomeno è molto diffuso all’interno dei giochi interattivi, poiché coloro i quali lo agiscono tendono a prendere di mira persone identificate come giocatori principianti e a generare delle vere e proprie risse virtuali.
I provocatori possono essere identificati come troll desiderosi di disturbare l’attenzione del gruppo e generare confusione. In alternativa possono essere giocatori più esperti che provano piacere nel minacciare e insultare i meno esperti, deridendoli e umiliandoli in maniera offensiva e provocatoria di fronte ad un gruppo virtuale di osservatori.
La mancanza di esperienza dei nuovi utenti e la sensazione di potere derivata dal gruppo che diviene il pubblico del cyberbullo, fa si che queste diventino le vittime prescelte.