Lo spam è uno dei più fastidiosi e comuni fenomeni della nostra vita in rete: chiunque possieda una casella email ha provato la frustrazione di essere invaso da posta inutile. Lo spam, infatti, non identifica per forza un crimine informatico: esso consiste semplicemente nell’invio di contenuti a un gran numero di indirizzi e a una tale frequenza da essere intrusivo e sgradevole. Nella sua variante più inoffensiva, esso veicola semplicemente pubblicità; può però essere anche un mezzo di trasmissione di vari virus, come Worm, Trojan e via dicendo. Inoltre, è pratica comune nel Phishing. Nei Social Media, è considerata spam la pubblicazione di un medesimo post in molti gruppi e pagine diverse.
Fortunatamente, la tecnologia ci viene in soccorso: molti provider di posta elettronica, come ad esempio Gmail, bloccano in automatico le mail di spam; è inoltre possibile segnalare come spam manualmente le mail di cui siamo stufi e relegarle per sempre all’anonimato. Anche sui social spammer e inviatori seriali di catene di Sant’Antonio hanno vita dura: bastano pochi repost dello stesso contenuto su gruppi e pagine diverse con lo stesso commento per venire segnalati come spammer. La pena? Il blocco della possibilità di condividere contenuti per alcuni giorni.
Capita però a moltissime persone di dover condividere contenuti via mail, newsletter, inviti a eventi, remind di riunioni…Come fare dunque a non essere scambiati per spam e non venire cestinati ancora prima di essere arrivati agli occhi dei nostri interessati?
Ebbene sì, sembra una banalità ma…controlla la grammatica e la sintassi. I filtri Spam dedicano molta attenzione alle parole mal scritte: controlla con attenzione di aver scritto bene sia l’oggetto della mail sia il testo vero e proprio. Gli errori grammaticali e sintassi sono un indice di utilizzo di un traduttore automatico e triggerano i filtri. Inoltre, fanno una pessima impressione in chi legge e fanno perdere credibilità ancora prima di aprire la mail.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: evita, evita, EVITA il maiuscolo. La netiquette in questo è chiara: il maiuscolo vuol dire urlare e urlare non è gentile. Inoltre, il maiuscolo viene interpretato dai filtri come inequivocabile indizio di spam.
Anche se l’evento a cui stai invitando il tuo pubblico è imperdibile e la riunione che stai segnalando è urgente, evita di dirlo nel titolo della mail. L’ingegneria sociale usa spesso parole che danno senso di urgenza oppure che stuzzicano l’avidità o il desiderio degli utenti già nell’oggetto per spingere ad aprire la mail: lo sanno loro, e lo sanno anche i filtri antispam. Parole come urgente, imperdibile, gratis, hai vinto, magari scritte in maiuscolo e accompagnate da punti esclamativi, hanno alte probabilità di venire schermate dai filtri antispam.
I filtri antispam possono bloccare email troppo elaborate e colorate; e inoltre l’uso di molti font diversi e colori accesi e in contrasto può infastidire gli utenti. È meglio limitarsi a pochi (al massimo due) font e pochi colori, in linea con la palette dell’organizzazione per cui scriviamo.
Ci sono quelli che mandano alla stessa persona una o più mail al giorno. Mail in continuo, per aggiornare su nuove offerte, promozioni, riunioni, eventi. Ecco: magari non è il caso. Meglio limitare gli scambi alle questioni importanti, appuntamenti a cui non mancare, correzioni urgenti. Inviare una mail al giorno, o più mail al giorno, fa solo correre il rischio di venire ignorati. E se il mio progetto mi impone di mandare email spesso? Non dobbiamo per forza rinunciare alla quantità: dobbiamo però prestare ancora più attenzione alla qualità.
E non solo per te! Secondo il tuo punto di vista, il tuo articolo, la presentazione del tuo libro, il compleanno di tuo figlio o la riunione del progetto aziendale sono questioni importanti e interessantissime. Ma non è così per tutti. Per evitare di venire infilati nella cartella spam o semplicemente ignorati, è vitale che ciò che si scrive sia un tema di interesse. Questo vuole anche dire essere concisi ed evitare i muri di testo.
Questi sono alcuni consigli in breve, validi per chiunque si trovi in una posizione in cui deve mandare molti messaggi email: per coloro che se ne occupano a livello professionale e devono per lavoro effettuare molte operazioni di email marketing esistono molte altre soluzioni tecniche: una buona lista è quella fornita da Webengage, piattaforma di automazione dell’engagement con il pubblico, o quella di Optinmonsters. Anche Mailchimp ne fornisce una molto semplice anche per chi è alle prime armi.
Ora, questi criteri sono noti ai marketers e a una buona parte degli utenti più competenti nel web; ma sono noti anche agli hacker, che quindi sanno come aggirarli. Un buon filtro antispam permette di bloccare i tentativi di adescamento più goffi, ma come evitare quelli più elaborati e subodorare gli spam in anticipo?